Siamo ciò che mangiamo.
Una affermazione corretta, senza dubbio. E lo diventa ancora di più quando abbiamo a che fare con il micorbiota dell’intestino, una galassia di microorganismi che muta, evolve o involve a seconda di ciò che mangiamo.
Sappiamo scientificamente ciò che fa più o meno bene al nostro intestino, eppure molte tradizioni e culture “lo sapevano già” o meglio, sono impostate su alimenti o cotture capaci di far stare bene il nostro intestino.
Ho iniziato un piccolo viaggio a Est sui miei profili social, una esplorazione alimentare che mi ha portato in Giappone e che mi accompagnerà anche in Korea e in Cina.
In quelle terre lontane sono di comune uso materie prime come il Katsuobushi, la pasta miso, le alghe: solo per citare quelli che mi son divertita a pubblicare.
Ingredienti di grande valore dal punto di vista del microbiota e per la salute in generale: sono superfood, come va di moda chiamarli ora.
Perchè?
Perchè il Katsuobushi e la pasta miso abbiamo scoperto essere dei “fermentati” e ciò che viene trasformato e manipolato con questa tecnica acquisisce tutta una serie di proprietà che ci permettono di far funzionare meglio l’equilibrio del microbiota.
Le alghe, oltre al loro grande potere nutrizionale, hanno contribuito a -letteralmente- far evolvere in modo darwiniano l’intestino dei Giapponesi i quali, a tutti gli effetti, sono in grado di assorbire meglio di noi “occidentali” le proprietà nascoste di questi vegetali marini.
Il prossimo volo virtuale mi porterà a Seoul!