Quando cominci ad allenarti con l’obiettivo di cambiare il tuo corpo o per compensare il cibo che mangi, il workout non sarà mai piacevole nè sostenibile.
DOVER andare a correre, per esempio, è diverso rispetto al VOLERLO perché ci fa stare bene ed è questo il punto: se spostiamo la nostra attenzione su COME ci fa sentire l’esercizio, possiamo trovare modi diversi per divertirci nello sport e nell’essere attivi.
La regola 9 dell’intuitive eating rispecchia questo approccio ed esplora come possiamo raccogliere tutti i benefici e la felicità che derivano dal movimento. Essere attivi dovrebbe essere divertente ci meritiamo di muoverci e scegliere ciò che riteniamo in linea con le nostre preferenze individuali.
Allo stesso modo della dieta, molti piani di esercizio fisico implicano un modello di regole dalle quali scaturiscono i relativi sensi di colpa.
La cultura della dieta ci incolpa di non avere abbastanza “forza di volontà” per fare esercizio: l’esempio pratico sono i messaggi pubblicitari del tipo “Anno nuovo, corpo nuovo” che ci propinano ad ogni gennaio ed è inevitabile, quando non si riesce a rispettare il piano di allenamento “sacro”, sentirsi in colpa.
In realtà, è più facile far scattare la frustrazione che ragionare su un punto cruciale: Se lasciassi stare la questione di cambiare il mio corpo/dimagrire etc, cosa mi piacerebbe DAVVERO fare? Quando stacchiamo l’esercizio fisico dal concetto di perdita di peso, è lì che si comincia davvero a divertirsi e QUINDI a beneficiare di tutti i vantaggi possibili che ne derivano. Perché? Perché ci da gioia.
Cominciare un piano di allenamento con l’obiettivo di cambiare il tuo corpo o compensare il cibo che mangi, non sarà mai né piacevole né sostenibile.
lo sapevi che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità bastano anche una passeggiata di 10 minuti o un leggero allungamento per schiarire la mente e farti stare bene?
Purtroppo la maggior parte delle persone associa l’esercizio alla dieta, e di conseguenza il workout “all or nothing” è il risultato della cultura della dieta stessa. Il punto però è un altro: l’esercizio fisico è qualcosa che dovrebbe aumentare la qualità della vita, non diminuirla!
Se finiamo per sentirci in colpa per non aver completato ottomila burpees con l’idea di bruciare pranzo di Natale e Pasqua, l’unico risultato che otterremo sarà solo molto, ma molto stress e frustrazione. Allo stesso modo tutti quegli aggeggi elettronici che ci tengono sotto scacco per monitorare ogni nostra funzione fisica non sono un grande aiuto perché ci rendono dei dati, come ad esempio quante calorie abbiamo bruciato, che non tengono minimamente conto del benessere diffuso, fisico e mentale che genera il muoversi…in generale, anche il solo portare a spasso il nostro corpo per sgranchire gambe e testa, senza pensare al numero di passi o calorie bruciate. Sperimentare il benessere di muoversi.
Portare a spasso il nostro corpo, perché è importante questo curioso concetto? Fare esercizio fisico accade non solo quando si fa “formalmente” in una palestra: il movimento informale può essere un modo sostenibile e realistico per aggiungere più movimento nella nostra vita e, l’effetto secondario è che risulta sostenibile non solo per noi, ma anche per l’ambiente. Andare a piedi ogni volta che è possibile, andare in bicicletta ogni volta che è possibile, prendersi delle pause per qualche stiramento sparso, dedicarsi al giardinaggio, rinunciare all’ascensore.
Quando invece l’esercizio diventa “formale” cercate di divertirvi, cercate prima il divertimento e la soddisfazione personale e nient’altro perché solo così ne otterrete beneficio e soprattutto sarete costanti! Calorie, dimagrimento e varie di questo tipo non sono la formula corretta, sono spin off della mentalità della dieta. Il muoversi deve portare a obiettivi precisi? Sì. Quali?
- Aumentare la forza
- Diminuire la pressione sanguigna
- Ridurre il rischio di malattie croniche
- Migliorare l’umore
- Migliorare attenzione e memoria
- Combattere lo stress